Tra tecnologia in evoluzione, orecchio in formazione e sfide sempre nuove
Nel mondo del suono, nulla è statico. Che tu sia un fonico di palco, un tecnico di studio, un ingegnere del suono o un progettista acustico, c’è una verità che accomuna ogni professionista del settore: lo studio non finisce mai.
Una professione in continua trasformazione
La figura del tecnico audio si è trasformata radicalmente negli ultimi vent’anni. Siamo passati da mixer analogici con chilometri di cavi a console digitali interamente programmabili, da equalizzatori parametrici a plugin in tempo reale gestiti da server dedicati. L’intelligenza artificiale sta iniziando a fare capolino persino nella gestione del mix live o nel mastering automatico.
In questo scenario, chi si ferma è perduto. La curiosità, l’aggiornamento costante e la voglia di mettersi in discussione sono strumenti fondamentali, tanto quanto un buon microfono o una cuffia professionale.
La teoria è la base. Sempre.
Molti iniziano sul campo, imparando da altri tecnici, spesso con metodi empirici. Ma arriva un momento in cui serve andare più a fondo: capire la fisica del suono, le caratteristiche di un ambiente, il comportamento di un diffusore acustico, la gestione della fase, i concetti di SPL, e persino qualche nozione di psicoacustica.
Un buon fonico non è solo qualcuno che “sa usare una console”, ma un professionista capace di leggere una situazione sonora, anticipare i problemi e risolverli prima che diventino disastri acustici.
Educare l’orecchio: un esercizio continuo
Saper ascoltare è un’arte. E un’arte che si affina nel tempo. Non basta “sentire” le differenze: bisogna allenare l’orecchio a distinguere un rientro in un microfono, un taglio troppo aggressivo sugli alti, una distorsione armonica nascosta nei medi, un delay appena fuori tempo.
Questo allenamento passa dall’esperienza, ma anche da ascolti critici, da confronti con altri professionisti e dall’uso consapevole di strumenti di analisi, come gli analizzatori di spettro o gli oscilloscopi audio.
Come aggiornarsi e crescere professionalmente
Di seguito alcuni consigli pratici per restare aggiornati e migliorare costantemente le proprie competenze.
1. Studiare ogni giorno, anche solo per 15 minuti
Leggere articoli tecnici, seguire tutorial avanzati, ascoltare podcast di settore è un modo efficace per mantenere la mente allenata. Ci sono tante risorse sia online line che in formato cartaceo e digitale. L'importante è sempre mettere in discussione le proprie conoscenze e cercare sempre una crescita nozionistica.
2. Partecipare a corsi, fiere e seminari
La formazione professionale è accessibile anche online. Esistono corsi e webinar gratuiti e a pagamento offerti da aziende che producono e distribuiscono prodotti. Anche le fiere sono un buon momento di incontro, ma spesso sono più un confronto commerciale che tecnico e sono molto dispersive.
3. Costruire una rete di colleghi e confrontarsi
Il confronto tra professionisti è uno dei migliori strumenti di crescita. I gruppi Facebook, le community Telegram e i forum tecnici sono ottimi spazi di scambio. Anche un semplice confronto dopo uno spettacolo può portare a nuove consapevolezze. Prendere anche l'abitudine di fare riunioni tecniche con i vostro staff sia prima che dopo l'evento.
4. Sperimentare in ambienti controllati
Ogni nuovo software o hardware va testato prima in condizioni controllate. Prendersi il tempo di capire le funzioni, leggere il manuale, creare preset personalizzati o simulare scenari può prevenire errori gravi durante un evento reale.
5. Investire nella propria formazione tecnica e culturale
Comprare libri, iscriversi a corsi professionali, frequentare percorsi accademici o autodidattici. Anche conoscere la storia della tecnologia audio, dei grandi progettisti e delle innovazioni passate aiuta a leggere meglio il presente.
Conclusione: il suono evolve, e noi con lui
Essere tecnico audio oggi significa essere artigiano e scienziato, creativo e metodico, ascoltatore e risolutore. Ma soprattutto, significa non smettere mai di imparare.
Studiare non è un obbligo, ma un gesto di rispetto verso il suono, verso gli artisti, verso il pubblico, e verso la propria professionalità.